Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha predisposto uno schema di decreto, da adottare di concerto con i Ministri dell’Interno, della Salute e dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, recante “Elenco delle specie che costituiscono pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità”. L’istruttoria come riportato nella proposta di decreto sarebbe frutto di riunioni fra tecnici dei competenti ministeri.
Mi permetto di nutrire qualche dubbio sul fatto che “tecnici” abbiano potuto stilare tale elenco, poiché dal punto c’è qualche cosa che non mi torna, per quanto riguarda l’inserimento della specie Bison.
Infatti,tecnici ed esperti di diritto comunitario sanno bene che la normativa dell’Unione europea classifica le carni edibili per il consumo umano nel ben noto Reg.(CE)853/2004 ,All.1 , 1.2.,che cita testualmente «Ungulati domestici»: carni di animali domestici delle specie bovina (comprese le specie Bubalus e Bison), suina, ovina e caprina e di solipedi ,riprendendo una norma che risale al 1964 , quando si parlava di scambi di carni fresche tra Paesi della Comunità europea. La stessa norma non considera tali animali nemmeno tra la selvaggina allevata. Quindi a pieno titolo i bisonti rientrano tra gli animali domestici che possono essere allevati per la produzione di carni e prodotti a base di carne.
L’Unione europea non solo permette l’allevamento e la produzione di carni ottenute dai bisonti ma ammette anche l’importazione degli animali vivi e delle loro carni,rifacendosi alle norme internazionali del commercio (OMC) basate sulla scienza degli esperti FAO e dell’Organizzazione mondiale della salute degli animali (WOHA)!
E’ appena il caso di evidenziare che negli ultimi decenni l’allevamento di questo “bovide” ha subito un notevole aumento, sia negli Stati Uniti che in Europa (in particolare in Francia, Svizzera e Germania e Danimarca ), i cui prodotti carne e pelle, sono particolarmente pregiati.
Anche in Italia , da qualche anno , è presente l’allevamento dei bisonti per la produzione di carne. Questi animali vivono in natura, in spazi enormi, per assecondare i loro comportamenti , recintati per impedire qualsiasi contatto con altri animali selvatici, che potrebbero trasmettere loro qualche malattia, o con possibili predatori(lupo).
Se la motivazione è la pericolosità ,chi conosce gli animali sa che tutti gli animali possono essere pericolosi se non si rispetta la loro etologia ,anche il cane di casa, quelli che sono presenti nei nostri allevamenti.Quante cornate o calci hanno preso veterinari dai bovini o calci dagli stessi cavalli ?
Se la motivazione è il pericolo per la biodiversità ricordiamoci che non è una specie aliena: il bisonte europeo ha rischiato l’estinzione ed è stato reintrodotto in molti Paesi europei,proprio per scongiurare tale evenienza, e poi quali equilibri altera un allevamento di bisonti !
L’International Union for the Conservation of Nature (IUCN), la più autorevole associazione per la conservazione della natura, nel dicembre del 2020 ha affermato “che il più grosso mammifero terrestre del nostro continente(n.d.r.il bisonte) sta cominciando a recuperare grazie a programmi di allevamento e di reintroduzione in habitat protetti…”
Vogliamo gli animali che vivano secondo la loro natura, diciamo no agli allevamenti intensivi, diciamo no a questi allevamenti che lasciano pascolare in assoluta libertà questi animali , , diciamo no alle importazioni perché non siamo sicuri di ciò che producono al di là dei nostri confini !Allora lasciamo lavorare i nostri allevatori e non poniamoli in una situazione di svantaggio rispetto ai loro colleghi d’Oltralpe ! Signori Ministri e Onorevoli parlamentari potete vietare tutto con leggi o decreti ,, ma non potrete mai vietare il commercio internazionale e le importazioni di animali od alimenti se non ci sono valide basi scientifiche riconosciute dagli Organismi ed istituzioni internazionali.
Spero soltanto che il Decreto interministeriale sia una “ bufala” e non un “bisonte”!
Sono perfettamente d’accordo nel non considerare il bisonte una specie aliena e come invece, il suo allevamento possa rappresentare una opportunità per i nostri allevatori e consumatori sempre attenti alla qualità e sicurezza degli alimenti posti sul mercato